Il THC o Δ-9-tetraidrocannabinolo è il componente più conosciuto della cannabis: fa parte della più ampia classe dei cannabinoidi ed è stato isolato per la volta nel 1964 grazie al lavoro condotto dal dottor Raphael Mechoulam. Non solo, come è noto, è causa dell’euforia comunemente associata alla cannabis, è anche responsabile di molti degli effetti terapeutici della cannabis stessa.
Il THC può modificare il comportamento di una persona collegandosi ai recettori delle cellule nervose e andando così ad alterarne l’attività. I recettori di cannabinoidi sono concentrati in alcune regioni del cervello collegate alla memoria, alla coordinazione, al pensiero, alla percezione del tempo ed al piacere. Anche i nervi presenti nelle altre regioni del nostro corpo sono provvisti di recettori di cannabinoidi.
Il THC allevia il dolore, senza però legarsi ai recettori cerebrali, allo stesso modo in cui vi si legano oppioidi come la morfina, l’eroina ed altre sostanze stupefacenti provenienti dal papavero. Il THC crea euforia, stimolando le cellule cerebrali che rilasciano dopamina. Il THC influenza inoltre il modo in cui il cervello elabora e costruisce nuovi ricordi: così facendo può causare allucinazioni o illusioni nel soggetto che lo assume o modificarne il pensiero.
Quali sono le patologie per cui il THC può avere un effetto terapeutico?
- Dolore
Il THC e la cannabis in generale sono efficaci nel trattamento del dolore, anche in combinazione con gli oppiacei o per sostituirne progressivamente gli effetti analgesici.
- Nausea e vomito
Nausea e vomito sono presenti in un gran numero di malattie, sia a causa della malattia stessa, sia a causa di effetti indesiderati di trattamenti che possono aver causato tali malesseri.
- Anoressia e cachessia
La cannabis stimola l’appetito, arrivando anche a raddoppiarlo, con effetti che possono continuare per mesi, contribuendo a mantenere un peso corporeo stabile nel tempo. Il sistema endocannabinoide è correlato con la regolazione dell’appetito e sembra svolgere un ruolo importante nell’alimentazione.
- Spasticità
In molti studi clinici su THC, nabilone e cannabis, è stato osservato un effetto benefico sulla spasticità causata da sclerosi multipla o lesioni del midollo spinale. Tra gli altri sintomi influenzati positivamente c’erano dolore, parestesia, tremore e atassia. In alcuni studi è stato osservato un miglioramento del controllo della vescica.
- Sclerosi multipla
Nel 2014 è stato pubblicato su Neurology uno studio che ha preso in considerazione 2.608 ricerche per arrivare ad affermare che alcuni tipi di cannabis terapeutica per via orale, in pillole o spray, “siano in grado di attenuare sintomi della grave patologia che vanno dalla spasticità muscolare ai dolori, per arrivare all’incontinenza urinaria”.
- Cancro
L’uso di marijuana nei pazienti con cancro sta diventando sempre più comune. Uno dei benefici più comunemente riportati è la riduzione della nausea e del vomito nei pazienti in chemioterapia.
- Glaucoma
Gli scienziati ritengono che gli effetti neuroprotettivi della marijuana possano aiutare a proteggere il nervo ottico da questo danno. Sia il THC che il CBD hanno proprietà neuroprotettive e antiossidanti.
- Asma
Gli effetti di una sigaretta di cannabis “2% di THC o di THC orale 15 mg”, rispettivamente, corrispondono approssimativamente a quelli ottenuti con dosi terapeutiche di farmaci broncodilatatori comuni come salbutamolo, isoprenalina.
- Dipendenze
Diversi gli studi scientifici moderni identificano la cannabis ed i cannabionidi come sostanza d’uscita, e non di entrata, nei confronti di diverse dipendenze come quelle da oppio e derivati, cocaina, alcool e sigarette.
- Patologie autoimmuni
In una serie di sindromi dolorose secondarie a processi infiammatori ad esempio colite ulcerosa, artrite, i prodotti di cannabis possono agire non solo come analgesici ma anche dimostrare potenziale anti-infiammatorio
- Patologie psichiatriche
Un miglioramento dell’umore nella depressione è stato osservato in diversi studi clinici con THC. Esistono ulteriori case report che affermano il beneficio dei cannabinoidi in altri sintomi e malattie psichiatrici, come disturbi del sonno, disturbi d’ansia, disturbi bipolari e distimia.
- Antiinfiammatorio
Sia il THC che il CBD hanno forti proprietà antinfiammatorie. In diverse sindromi dolorose secondarie a processi infiammatori ad es. colite ulcerosa, artrite, la cannabis non solo agisce come analgesico, ma ha anche dimostrato capacità antinfiammatorie.
- Alzheimer e neuroprotezione
I benefici medici del THC per il cervello potrebbero essere persino più grandi di quanto pensassimo. Secondo uno studio molto recente basse dosi di THC potrebbero rallentare il declino cognitivo negli anziani, mentre secondo altri studi una bassa concentrazione di THC sembra in grado di proteggere il cervello dai danni causati da lesioni, convulsioni e ipossia.