È uno dei dibattiti più accesi degli ultimi anni. Sempre più spesso si sente ormai discutere sulla possibilità o meno di aprire il mercato alla cannabis. Gente dello spettacolo, scrittori, intellettuali, ovviamente politici si sono schierati a favore della sua liberalizzazione. Sicuramente la riflessione sulla necessità o meno di legalizzarla è qualcosa di complicato e delicato. Ma altrettanto sicuramente risulterebbe utile elencare una serie di motivazione per cui bisognerebbe dire sì alla sua legittimazione. Senza alcuna esitazione.
L’unico modo per uscire fuori da preconcetti che hanno condizionato il giudizio su usi, costumi e pratiche in ogni società e in ogni secolo passato, presente e (accadrà!) anche futuro, è quello di informare e informarsi. Conoscere, leggere, provare a farsi un’opinione al di là di formule, frase e pensieri prestabiliti. Da sempre e per sempre la costruzione di una coscienza sociale, civile, individuale e la consapevolezza di cercare di non aver paura di ciò che ci circonda deve passare dalla possibilità di recepire notizie, cercarle. Scovarle se necessario. E poi, con la mente più allargata possibile, decidere la posizione da assumere nei confronti di qualsiasi argomento. Valutando vantaggi e svantaggi. Con cognizione di causa, con motivazione.
La legalizzazione è un buon affare
Ovviamente tanti fattori entrano in ballo quando si discute sulla possibilità di regolarizzare la cannabis. Gli elementi da considerare sono molteplici e hanno mille sfaccettature. Ma una cosa sembra ormai risuonare più o meno costantemente nel dibattito: la legalizzazione è un buon affare. Perché? Partendo dal presupposto che l’utilizzo della cannabis è ormai (anzi lo è da tempo!) considerato alla stregua di un consumo di massa, sarebbe razionale affrontarlo come tale. E, come ci insegna la storia, ogni buon fenomeno di massa che si rispetti si fa più facilmente normalizzare che proibire! Impedire di accedere a un mercato regolare provoca inevitabilmente il sorgere di uno illegale e il rivolgersi dei consumatori a questo. Ci ricordiamo il proibizionismo americano? Non è riuscito a vietare l’alcol, ma ha solo fatto in modo da far ingegnare i più o meno furbi a lucrare su quel divieto. Il long island nasce perché dal colore sembra the. L’apparenza che inganna. Perché è un mix di alcolici, che con il the non hanno proprio niente a che fare.
Ma a volte la storia si dimentica in fretta e insegna poco a chi è sbadato. Ecco allora qualche buon motivo per cui sarebbe utile legittimare il mercato della cannabis.
Legalizzare perché…
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- La regolarizzazione della vendita stimolerebbe, da parte dei produttori e degli enti incaricati, il controllo della filiera. Ciò comporterebbe una migliore qualità del prodotto e, soprattutto, meno rischi per i consumatori. Il prodotto sarebbe puro, rispettati i suoi costituenti naturali e senza aggiunta di sostanze chimiche o di qualsiasi altro elemento che non è componente naturale della pianta.
- Sarebbe un grande smacco nei confronti del potere delle mafie. Un’importante percentuale degli affari malavitosi interessano infatti lo spaccio di droghe sia leggere che pesanti. E tanti soldi che finanziano le altre attività illecite delle cosche sembrerebbero derivare proprio dalle vendite degli stupefacenti. Strappare dalle loro mani il contrabbando della cannabis sarebbe un’importante azione contro la criminalità organizzata. Come ha ricordato Saviano durante la campagna di iniziativa popolare “Legalizziamo!” del 2016, «magistrati e sindacati di polizia, ovvero i maggiori esperti nel contrasto alle organizzazioni criminali, affermano che la legalizzazione delle droghe leggere è un passo fondamentale per minare il potere economico delle mafie, potere che in Italia è fortissimo. Insomma, legalizzare le droghe leggere è l’arma principale contro le mafie. Proprio chi detesta ogni tipo di droga e dipendenza deve firmare per la cannabis legale.»
- Indiscutibili gli introiti che arricchirebbero le tasche dello Stato. Si stima che il mercato della cannabis illegale frutti alle mafie circa 9 miliardi di euro l’anno. Se questo affare fosse gestito dallo Stato, questi soldi andrebbero a rimpinguare le casse di uno Stato come l’Italia, a cui, parliamoci chiaro, questi guadagni farebbero decisamente comodo. Per non pensare ai posti di lavoro che si creerebbero, considerando che, già solo il giro d’affari che si è costruito intorno al business della cannabis light, ha generato circa 50 milioni l’anno. E siamo solo all’inizio.
- Si risparmierebbero le risorse economiche e umane impiegate per mettere in atto tutte le misure utili ad esercitare il proibizionismo. Si libererebbe la giustizia dal perseguire chi consuma, coltiva e detiene cannabis. Le prime tracce di regolamentazione per l’autocoltivazione, il possesso, la vendita e l’uso risalgono al XVI secolo… siamo nel 2018! L’era dell’intelligenza artificiale e dei bitcoin…
- Vogliamo parlare degli innumerevoli benefici nelle cure di tante patologie? Liberalizzare il commercio significherebbe dare la possibilità alla ricerca medica di approfondire l’utilizzo dei cannabinoidi e darebbe l’opportunità a tanti pazienti di poter ricorrere a questa sostanze per alleviare sintomi e disturbi. Senza sentirsi in colpa o senza avere remore nei confronti dei propri medici curanti.
- La coltivazione di piantagioni di canapa hanno anche un effetto positivo sul terreno utilizzato. È una coltivazione facile da eseguire e soprattutto ecologica, infatti non richiede l’uso massiccio né di fertilizzanti né di insetticidi. La canapa è anche eco-friendly. E sappiamo bene quanto, soprattutto in questo periodo storico, l’attenzione all’ambiente sia un elemento fondamentale nel dibattito odierno.
- Si potrebbe approfittare dei mille impieghi che questa pianta e i suoi semi possono avere. Dalla produzione di tessuti, alimenti, farine, prodotti per il wellness e il beauty. Insomma ci sarebbero le carte in regola per mettere su una quantità di business che potrebbero portare tanti vantaggi dal punto di vista economico e non solo.
Potremmo continuare. Ma ci fermiamo qui. Perché probabilmente la cosa più importante da sottolineare è che, con la legalizzazione della cannabis, un valore su tutti acquisterebbe vantaggi. La democrazia. Quella vera, quella in cui ogni individuo è davvero libero di esprimere se stesso nel rispetto delle regole. Quella in cui dovrebbe essere bandito il pregiudizio e qualsiasi forma di discriminazione. Quella in cui l’uomo dovrebbe essere davvero in diritto di esercitare sovranità sul proprio corpo. Nel rispetto degli altri e di se stesso. Con la possibilità, primo o poi, di poter cambiare tutti i condizionali di questo articolo.
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